Rimini | Francesco, il vescovo di Rimini accoglie il vescovo di Roma
Se c’è un nome di missione, questo è Francesco. Parola del vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, che da ieri è omonimo del papa. “Un nome che indica volontà di riforma della Chiesa, perché la Chiesa è sempre riformanda”. Come Lambiasi in molti ieri sera sono rimasti stupiti dalla piazza piena e in festa molto prima di conoscere il nome e di vedere il volto del nuovo papa. Un “miracolo rinnovato”, dice monsignor Lambiasi che si sofferma sul primo saluto al popolo di Dio. Si dichiara “commosso e colpito”.
Il saluto, semplice ma denso di significato ‘buonasera’, richiama il ‘buonanotte’ ultimo saluto di Papa Benedetto, e al vescovo di Rimini “è sembrato il saluto di un Papa che si sente papà. Ha un cuore di padre, Papa Francesco, come l’ha avuto Papa Benedetto anche se si tratta di persone diverse che si esprimono con modalità differenti. Quel ‘buonasera’ lo trovo un saluto davvero francescano. Se ci rechiamo infatti a Poggio Bustone, nella valle reatina, ancora oggi il sindaco passa in tutte le case la sera di capodanno a dare il saluto di buon anno con le parole di San Francesco. Che non sono «sia lodato Gesù Cristo» come ci si potrebbe aspettare o il tradizionale «pace e bene». Francesco passava per le case dicendo «buongiorno brava gente». Il «buongiorno» di Francesco e questo «buonasera» di Papa Francesco sono un modo per la Chiesa di mostrarsi nella sua limpida e disarmante umanità”.
Lambiasi ha poi notato l’insistenza con cui Francesco si sia definito ‘vescovo di Roma’. “Significativo, e anche emozionante – prosegue monsignor Lambiasi – il gesto di far pregare il popolo di Dio, quello di chiedere la preghiera per la benedizione, e il minuto di silenzio che ha attraversato il mondo”. “La risposta da parte nostra, di tutta la Chiesa riminese, - conclude il Vescovo di Rimini - è il ringraziamento al Signore, l’obbedienza e la riverenza che è dovuta al successore di Pietro, secondo l’esempio e l’ultima raccomandazione di Papa Benedetto”.